Carissimi redattori e amati lettori
L’EDITORIALE – Altro giro altra corsa.
Lo ammetto, non ho mai amato i proverbi perché mi sono sempre apparsi come una banalizzazione delle idee. Poi negli anni, in diversi, mi hanno detto che ci sta dietro un mondo di tradizione e aneddoti storici da incuriosire il più avido dei ricercatori. Così capii che non era una questione di semplificazione, quanto di poter avere la possibilità di contestualizzare una frase.
Ebbene sì, per questo giro abbiamo una corsa targata obiettivi:
“In precedenza abbiamo argomentato i desideri, essi sono personali, di diritto segreti e non sempre di pubblico dominio. Non dovremmo partire dai più piccoli passi prima di correre?
Cos’è l’obiettivo se non l’esecuzione di un processo conforme a esso stesso e riutilizzabile quando serve, magari di consigliabile ad altri perché noi possiamo ispirarli?
Stiliamo una linea perché dai più piccoli obiettivi, passando dai medi arriveremo ai grandi”
Bene. Piccolo, medio, grande. È curioso come venga subito a mente un tragitto.
Ricordiamoci che una delle cose più consigliate dalle vere guide è proprio questa: che mai ci venga a mente di ricalcare il percorso di qualcun altro.
Tuttavia, cado personalmente in un rapporto che riguarda tutti noi da vicino. È un qualcosa di gerarchico, quando si ha la netta impressione che ci siano più livelli, e quando si comincia e imparare qualcosa siamo sempre al livello inferiore e guardiamo all’altro in alto. Come vedete ho appena scritto parole paradossali:
- Mai ricalcare il percorso di qualcun altro … quando impariamo qualcosa siamo sempre a livello inferiore e guardiamo all’altro in alto – .
Prima di ogni obiettivo seguiamo inconsciamente un processo. Si, formazione, approfondimento e allargamento di una visione, come preferite, ma il bello viene sia nel raggiungerlo che nel godere di questo percorso. Correggiamo però il precedente paradosso con queste parole:
- Mai ricalcare il percorso di qualcun altro … guardar dunque a coloro che ispirano per prendere ciò che serve e tracciare la propria rotta, con gratitudine per il contesto che ci ha attraversati-.
Intimamente penso che l’obiettivo sarebbe meglio identificarlo come una grande mappa dove FORZE VIVE chiamate, consigli, metodo, visione, miglioramenti, accettazione e cambiamenti, girano nell’uragano di emozioni che in ogni istante possono travolgerci e farci fallire. A tal proposito, in tutti i libri di qualsiasi disciplina filosofico-spirituale viene caldamente suggerito di andare avanti nonostante il dolore … altro grande maestro di vita per farci capire.
Ogni tanto nel silenzio serale dei miei giorni, leggo le interviste o gli aneddoti di grandi attori, scrittori o pensatori che facevano parte, in passato, dell’immaginario collettivo di turno, e che poi pian piano lo hanno lasciato, privilegi compresi.
Mi spiego meglio: sembra che chi sia arrivato in alto, senza aiuti solo con dedizione pazienza e passione, abbia accettato di perdere. Pensate allo star system di Hollywood, o al ricchissimo mondo del calcio o stellare della boxe. Questi miti, magari non hanno smesso di fare quelle attività, ma si sono accorti che semplicemente “non era tutto lì”. Non gli è bastato, la felicità è personale e sotto ogni punto di vista sacrificabile per la comodità, e vi confido che molti di noi non gli interessa neanche avere quanto essere.
Magari in molti leggendo queste righe penseranno che non sia utile porsi degli obiettivi, se poi alla fine devono lasciarsi andare dopo tutti i sacrifici … e invece no. Perché questi Dei in terra, senza quei traguardi raggiunti, non avrebbero potuto vedere oltre l’Olimpo che si erano costruiti, e non pensiate che in tanti fra i molti perdano, nel senso che rinuncino ad altri traguardi, bensì principiano per un rincominciamento di altre mete per sapersi vivi.
Mi nascondo, e mi cullo allo stesso tempo, nell’idea che al raggiungimento di un obiettivo aleggi nella nostra testa una voce che si chiede se è tutto qui, guardi al percorso dietro di sé e semplicemente sorrida per colorare un altro punto di quella mappa chiamata obiettivi, che soffiata dai desideri porta ai sogni.
Infine, prima dell’ultima parola di una nostra vita terrena, confido che ogni persona accetti il potente, facoltativo e silenzioso pensiero, che ognuno deve attivarsi per diventare, e magari ricominciare per evolvere.
Paolo Cavaleri